In realtà, il detto diceva "partire è un po' morire", e chissà mai perché, mi è sempre piaciuto. Sarà che nel partire, nel cambiamento ho sempre visto morte e resurrezione, non perché io sia particolarmente "ecclesiastica", quanto piuttosto perché il mutamento di condizione e luogo implica sempre un distacco - una morte - e una nuova vita - la resurrezione.
Ogni tanto, si sa, è necessario cambiare. Quasi mai la cosa è indolore. Non è indolore nemmeno la scelta, arrivare cioè alla decisione di cambiare.
Questa decisione, l'ho presa. In effetti, erano mesi che valutavo. Visto e considerato che nell'ultimo mese ho cambiato molte altre cose nella mia vita, una su tutte, ho sentito che fosse arrivato il momento giusto per fare quest'altro salto.
Sarà poi vero? Cambiare maglietta, anzi lasciare la maglietta per una camicia nuova, cambiare colleghi, cambiare abitudini, cambiare responsabilità. Risparmiare. Vedere una luce. Chissà.
Molte persone mi mancheranno, ad altre mancherò io. Ho sentito alla fine d'aver raccolto molto più di quanto seminato, nel bene e nel male.
Ed il cuore mi si stringe.