mercoledì, ottobre 05, 2005

Piove sul bagnato

Sto cominciando a stufarmi. In questo inizio di ottobre, il mio mese preferito, sto collezionando cattive notizie e lutti, a partire dal mio micio. Stamattina mi chiama mia madre. Voleva conoscere l'evoluzione del mio raffreddore. Tra le chiacchiere sono venute fuori anche le novità non buone. Ho ben due due zii all'ospedale, marito e moglie. Di lei lo sapevo. Stava già male a luglio, quando sono tornata in Sardegna per il matrimonio di una cugina (ma questa è un'altra storia), così male che il marito non s'era presentato e il figlio aveva fatto una breve comparsa alla cerimonia. Ora sta proprio morendo. E il marito con lei. Dopo notti passate al cappezzale della moglie, zio Silvio ha ceduto. Non so bene cosa sia. Si conoscono da una vita. Sono praticamente cresciuti assieme. Forse, semplicemente, sente che la sua vita non può continuare senza lei. Zio Silvio e zia Lena: non so se riuscirà a vederli un'altra volta. Ho persino paura di vederli. Evito ospedali a più non posso, dal 1997, cioè da quando è morto mio padre. Ma per zio Silvio forse... è il fratello più piccolo di mio padre, quasi identici nei tratti. Lui mi è stato accanto alla morte di mio padre. Dettaglio raccapricciante ma reale: mi accompagnò a scegliere la bara e ad espletare tutte le cose burocratiche riguardanti il funerale. La settimana prossima dovrei essere in ferie, sempreché non cambino idea all'ultimo momento. Mi chiedo... riuscirò a partire? Ho bisogno di partire, tornare un po' in Sardegna, per varie ragioni, ed oggi ho una ragione di più.

martedì, ottobre 04, 2005

Ecco... l'ho fatto. Anche io ho messo su un blog. Ho aspettato anni prima di farlo. A dirla tutta, non ne ho mai avuto veramente voglia... quel che fanno tutti non mi interessa. Oggi, però, che sono bloccata a casa per un assurdo raffreddore, primo giorno di pseudoriposo dopo un mese intero di lavoro (e non scherzo quando scrivo intero...), ho dato vita alla bramosia di comunicazione che negli ultimi tempi ha cominciato a lievitare dentro di me. Bramosia o desiderio... o bisogno. Chiamatelo come vi pare, non importa. Credo che sia istinto, naturale e sano, che va vissuto, punto e basta. A volte sento d'avere delle cose che mi girano dentro, che sbattono contro le pareti della mia testa, e devono venir fuori, ma... non è facile parlare con chi ci sta intorno. O forse chi ci sta intorno non ha orecchie per ascoltare. O forse non riesco io a parlare... forse forse forse. Troppi forse. Ad ogni modo ora sono qui. Benvenuta a MeStessa!

Lassù, da qualche parte