martedì, settembre 22, 2009

Mi rimetto in pista


O almeno sento che è giunta l'ora di farlo.
Ho molte cose che mi vibrano nella testa. Molte si contraddicono e non mi permettono di fare il passo che vorrei.
Mi critico. Mi studio. A volte mi disprezzo. Non dovrei ma non posso farne a meno.
Solo che mi sento ingabbiata in un luogo che non conosco e che non mi riconosce e non so come uscirne.
Non so nemmeno se posso farlo, visto che quella gabbia è costituita da me stessa: è l'immagine che propino agli altri che mi disturba e so bene che è dettata da molte cose. Prima fra tutte, c'è l'insicurezza. E poi l'età. Sono sempre stata saggia e forse un po' vecchia. Chissà perché. Ho sempre pensato che dovessi agire così.
Ci riflettevo ieri, al lavoro, nel giorno più lungo dell'anno, mentre osservavo i miei colleghi, molti di loro assolutamente immersi nel loro limbo acquoso. Pensavo, respirano un'altra aria, vivono un'altra realtà. Quasi ne ero gelosa.
Io penso troppo, lo so, ma non posso farne a meno. Ho trentotto anni e dubito che cambierò.
Osservavo i gesti di tutti, ma da una persona in particolare sono rimasta colpita. Sarà che l'ho incontrata fuori da quel contesto ed era incredibilmente diversa. Abbiamo anche scherzato, con altri toni ed altri  modi. Mi ha colpito non tanto la materia del gioco, quanto il contrasto.
Quel che siamo là dentro è sempre e soltanto pura finzione? Non lo so davvero. Mi è rimasta però - ad osservare così da lontano, rintanata nella mia gabbia - la curiosità d'approfondire quell'immagina vaga e rutilante che mi ha proposto fuori contesto, per mera curiosità. Ma non me ne sento ancora all'altezza.

Lassù, da qualche parte