In assenza di carta, scrivo qua. Di solito mi porto dietro il mio diario, o l'ultimo taccuino acquistato in quella strana domenica a Parco Leonardo.
Oggi non ho nulla con me, se non il mio portatile. Scrivo qui perché ho bisogno di farlo dopo una notte quasi in bianco, causa un simpaticissimo maldidenti. Sono persino uscita alla ricerca di un dentista, che, si sa, per me è veramente strano. Chiaramente, sono arrivata alla disperazione.
Ora è mattina. Sono in piedi già da un paio d'ore. Ho in corpo un caffé macchiato e un briciolo di pane. Ho fame ma non mangio. Rifletto. Del resto, non dicono forse che il digiuno aiuti la meditazione?
Più che meditare, vago per casa e cerco le tracce di me. Ho riletto qualcosa di Marco Aurelio, qualcosa sul presente, unica forma di vita a noi concessa dagli dei. Potremmo vivere migliaia d'anni, ma è solo questo quel che conta: l'istante, il presente, l'attimo che si vive nel respiro.
Passato e futuro non hanno senso.
Da una vita ci rifletto. Da bambina, avevo l'ansia da conservazione: sarà forse per questo che ho studiato archeologia.
Ora, ho la tentazione di buttare tutto. Tanto, alla fine, conta solo quel che ti porti dietro, pelle cuore anima. E ricordi. Quelli sono dentro, sono fissi in quel coacervo caotico che è lo spirito umano.
Ma alla fine non butto nulla. Forse sto imparando a buttare chi non mi capisce. Chi non mi merita. Presunzione, la mia, ma sana e reale. Sono stufa di ascoltare tutti e di farmi male solo per questo.
Ascolterò ancora, perché è nelle mie corde, nel mio DNA. Ascolterò e chiederò. Il mio continuo domandare s'interseca con l'ascolto. Anche in questo ho seguito la mia personale filosofia di vita.
Ho mischiato ansia di conoscenza e anelito di indagine.
Non l'hanno mai capito. La scuola era un'accidente, uno stimolo. Ma ad un certo punto ho dovuto seguire la via del sentimento, delle sensazioni. Cerco di farmi una ragione di questo mio cominciare mille cose e non portarne a termine nessuna.
Proprio nessuna, non direi. Cercavo la mia strada. La cerco ancora.
Sono una ragazzina alla scoperta del mondo.
Non ho messo su famiglia.
Non ho concluso gli studi come volevano i miei.
Ho scelto di amare in maniera scomoda.
Ho varcato porte e carpito emozioni.
Volevo succhiare tutto il midollo della vita... e non trovarmi a dire, alla fine di questo viaggio, di non aver mai vissuto.