Lucky ha sempre avuto un carattere un po' particolare. Diciamola tutta, è sempre stato un micio decisamente di carattere. Tutte le volte che io sono partita, anche per pochi giorni, lui non ha perso occasione per dimostrare tutta la sua contrarietà a riguardo: dalle pisciate sul muro, a miagolii notturni infiniti, a chissà che altra serie di danni... al mio ritorno ho sempre faticato un po' a prenderlo in braccio, anche se poi alla fine la sua "sturzillaggine" (termine pseudopartenopeo che identifica molto bene il suo caratterino) veniva meno nel giro di poche coccole.
Mi rendo conto di scrivere un po' a vanvera. Scrivo le sensazioni a ondate, ondate di sensazioni che mi travolgono e mi portano le lacrime sul bordo degli occhi.
Lucky è morto. Non mi sembra vero. L'ho trovato morto in giardino. Sembrava dormisse. Invece era freddo e rigido. L'ho abbracciato. Me l'hanno dovuto levare a forza. Fosse stato per me, sarei ancora là. Posso sentire ancora la morbidezza del suo pelo sotto le mie dita, l'odore di buono che emanava anche quando non si era pulito a dovere. Ho miriadi di ricordi collezionati con tutti i sensi, ricordi che mi fanno male e bene al tempo stesso.
Lucky è arrivato nella mia vita in un momento difficile. Mi ha tenuta sveglia una notte intera, miagolando frenetico e disperato, come se volesse urlarmi: "Eccomi, sono qui. Vieni a prendermi!". La mattina dopo, sotto mia richiesta, una mia amica s'è girata tutti i cassonetti sotto la mia finestra, fino a che non ha capito che il miagolio arrivata dal profondo di un'auto incidentata abbandonata in un angolo del parcheggio sotto la mia finestra.
Lucky aveva degli occhi enormi. Azzurri da piccolo, verde-gialli da grande. La mia coinquilina lo chiamava "ciuciuvettolo", altro termine di origine partenopea, ad indicare la natura curiosa dello sguardo del mio micio... e pareva davvero una civetta. Ma quando dormiva, sembrava un po' cinese, per via delle linee nere che correvano attorno ai suoi occhi.
Lucky ha sempre avuto zampine enormi, anche da piccolo. Zampe tonde e grandi come badili. Ecco perché a volte lo chiamavo Lucky Badilino...
Lucky aveva la codetta tigrata con la punta bianca e quando l'agitava significava che stava per addormentarsi. C'era tutto un rito a riguardo: poggiava le manine su di me e poi mi saltava addosso e si sistemava come se fosse un bambino. Mi abbracciava e cominciava a ronfare, con questa coda che andava su e giù a più non posso.
Lucky amava addormentarsi nei posti più strani, quando non c'ero io a tiro.
Lucky aveva un nome ed un mucchio di soprannomi: tonnarello, badilino, bimbo, cinesino...
Lucky a volte sembrava un gentiluomo settecentesco con la puzza sotto il naso...
Lucky è morto e tutto quel che ho di lui è un mucchietto di foto e un ciuffetto dei suoi peli biondini.